Dire che la realtà non esiste suona provocatorio, ma credo che non ci sia affermazione migliore dalla quale partire quando si riflette sulla bellezza.

La bellezza e la realtà
La mia urgenza ora non è tanto definire che cosa sia la bellezza, ma piuttosto come ne costruiamo il senso.
La bellezza è un concetto dalla definizione mutevole nel tempo, che dipende dal contesto in cui è calato e soprattutto dalla nostra percezione. Quindi, non è che un significato che attribuiamo a questo o a quell’oggetto, evento o persona nella nostra considerazione del bello.
Sono arrivato alla consapevolezza che la nostra realtà sia illusoria, poiché non conosciamo nulla se non attraverso le nostre percezioni. Tutto ciò che noi chiamiamo reale non è altro che l’elaborazione di uno stimolo esterno da parte del nostro cervello.
Questo assunto ci pone come esseri umani nella doppia posizione di osservatori e di creatori compulsivi di significati sulla vita, sul dolore, sul caso. Ogni cosa o avvenimento che accade deve corrispondere a un senso che abbiamo costruito per essi, altrimenti le nostre certezze crollano.
Per quanto il mio discorso possa sembrare cinico, sono convinto che prendere coscienza di questo fatto dia la possibilità di espandere i confini della propria mente. E nell’opera d’arte vedo il mezzo privilegiato per compiere questo esercizio.
L’arte come saper vedere oltre
Come riconosciamo un’opera d’arte?
Innanzitutto, si instaura un dialogo profondo con l’oggetto della nostra fruizione estetica. Da qui, quello che vediamo ci porta a guardare oltre al soggetto dell’opera stessa. Può mostrarci un’emozione, una storia o un significato. Ma l’insidia maggiore è proprio nel momento in cui si tenta di dare un senso, in quanto si potrebbe cedere alla tentazione di cercare di comprendere l’artista attraverso una lettura superficiale della sua opera. Oppure ascrivendo ad essa un senso che in realtà è tutto nostro. Infatti, nell’essere dei costruttori di senso, rischiamo anche di attribuirlo sbagliato.
Questo processo di creazione di un senso sordo all’altro (o all’oltre) si ripercuote non solo nella nostra comprensione dell’arte, ma anche nella vita quotidiana.
Infatti, ognuno di noi, se si guarda dentro, ha una vasta gamma di misunderstanding vissuti non solo in campo artistico, ma anche negli affetti o sul lavoro.