
La legge del desiderio mi pare l’unica legge possibile.
Il mondo che conosciamo, la nostra cultura sono talmente permeati da regole che l’unica forma di libertà che ci rimane è la trasgressione. Ma trasgredire non significa uscire dagli schemi, significa solo muoversi contro corrente dentro gli stessi confini.
È come se fossimo circondati da mura altissime in cui all’interno sta questa dicotomia tra l’essere ligio e essere anticonformista, mentre al di fuori di esse ci sono i nostri desideri.
Pensaci. Più una persona resiste all’impulso di guardare oltre le mura, al cielo costellato dai propri desideri, più si pensa che rimanga ancorato alla realtà, “con i piedi per terra” diremmo. E saremmo tutti disposti ad ammirarla perché fa il suo dovere.
Quando parli di legge del desiderio, mi sembra di sentire una dissonanza. La parola stessa desiderio mi fa pensare a qualcosa senza regole e senza confini, mentre il senso comune ci suggerisce un’idea di legge rigida. Ma cosa significa davvero? Perché credi che sia così importante averne una anche quando si parla di desiderio?
La legge è ciò che ci rende umani. Se non ci fosse, saremmo come animali, cercheremmo di soddisfare solo i nostri bisogni primari, incuranti di tutto il resto: non esisterebbe civiltà, coesione e cultura. Persino i sentimenti sarebbero a uno stato di primordiale incoscienza. Non saremmo in grado di coltivarli o di capirli.
La legge degli uomini per uomini è il regolatore positivo della nostra voracità, è un patto condiviso che ci fa stare più tranquilli e ci “raddrizza”, come sosteneva Kant.
Ma come tutte le cose umane, ha dei limiti. Rischia di diventare disumana nel tentativo di rendere noi più umani.
Come facciamo a rendere più umana la legge?
L’unica via che vedo è la sintesi tra essa e il desiderio.
Io credo che nella vita sia importante scavalcare questi muri e seguire i propri desideri. Questa dovrebbe essere l’unica legge valida per un essere umano che vuole essere felice.
Il problema è che abbiamo tutti quanti paura di che cosa ci possa essere al di là del muro. Sappiamo che ci aspetta il caos. Crediamo che il desiderio sia anarchia.
Invece, il desiderio è l’unico bene che possiamo perseguire, perché è il nostro bene specifico. Mi capisci?
Certo, il desiderio, anche quello meno cosciente, è il motore che fa andare avanti la vita. Senza desideri siamo come gusci vuoti, zombie che vanno avanti seguendo bisogni e routine scandite da altri. Ma il rischio dell’affermare che la legge del desiderio sia il bene migliore che un uomo possa perseguire non rischia di sdoganare l’eccesso e l’egoismo? In fondo, anch’essi sono sfaccettature della nostra umanità.
Hai indubbiamente ragione. E sono conscio che nel nostro linguaggio la parola desiderio ha prevalentemente un’accezione negativa. Ma esaurire qui il significato di un aspetto così importante della nostra vita mi sembra riduttivo.

Il desiderio è un motore
Anche quando non lo ammettiamo, noi siamo mossi dal desiderio di raggiungere uno stato diverso da quello in cui ci troviamo, che sia una condizione lavorativa, famigliare o sociale.
Desideriamo continuamente per noi stessi e per coloro che amiamo, lo facciamo in maniera naturale, perché ci permette di vivere e di star bene.
Ma desiderio non significa semplicemente godimento e sfrenatezza. Esso non è l’antitesi della regola. Significa anche e soprattutto attitudine e vocazione. Significa avere un sogno e cercare di inseguirlo.
Tutti sappiamo cosa vuol dire, ma vivere secondo ciò che si sente giusto per sé non è facile, perché vuol dire avere il coraggio di lasciare le mura e vedere cosa c’è al di fuori di esse. È un viaggio nell’incertezza e sicuramente si rischia anche di perdersi o di lasciarsi andare.
Sacrificio come rinuncia di sé
Pensa al concetto di sacrificio. Sacrificare significa rinunciare a qualcosa che per noi è importante per un bene superiore, che magari nemmeno capiamo o vediamo. E soprattutto, è la capacità di resistere al godimento. Per questo è considerata una qualità. Ma dal mio punto di vista significa in buona parte rinunciare al rispetto di se stessi e alla propria serenità. E reiterare questo comportamento è masochismo.
Dunque la sintesi tra legge e desiderio sembra essere la scelta: ogni volta che scegliamo di stare dentro le nostre mura, piuttosto che seguire i nostri sogni o fare quello che “ci sentiamo”, non stiamo resistendo a ciò che ci fa male, ma a ciò che ci potrebbe dare soddisfazione.
Credo che la legge del desiderio sia quindi la guida delle scelte fatte nel rispetto di se stessi e della propria felicità.
Ma non possiamo capire veramente cosa significa desiderio, se prima non cambiamo il nostro paradigma. Ovvero, dobbiamo sforzarci di uscire dal nostro solito modo manicheo di vedere il mondo diviso tra bene e male e cercare di comprendere quante sfumature esistano all’interno di un solo concetto.
Propongo di guardare il problema da un punto di vista più estetico.
Mi trovo totalmente d’accordo.
Paolo
Φ Sophia
se capisci che non puoi raggiungere i tuoi obiettivi,
non cambiare i tuoi obiettivi,
ma le tue azioni.
Mi trovo totalmente d’accordo.
Lela